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Zingari, ancora

All’inizio degli anni Novanta Victoria, una delle figlie di Charlie Chaplin, trovò una lettera nel cassetto di un mobile che era appartenuto a suo padre e che aveva ereditato dopo la scomparsa di sua madre,  Oona O’Neill. Un tal Jack Hill scriveva all’attore che era nato “in un carro [che] appartiene alla Regina degli Zingari, che era mia zia. Sei nato a Black Patch, Smethwick, nei pressi di Birmingham”.

Poiché il certificato di nascita di Chaplin non è mai stato trovato e sapendo che la madre, Hannah, era di famiglia nomade non si può escludere che avesse origini zingare. Tanto più che il fatto di aver conservato la lettera dimostra che le attribuiva una certa importanza.

Come Charlie Chaplin vi sono altri personaggi noti di origine zingara: basti pensare al chitarrista franco-spagnolo Manitas de Plata, al jazzista francese Django Reinhardt, al grande pianista ungherese György Cziffra o al calciatore svedese Zlatan Ibrahimović: il primo era Gitano, il secondo Manouche (Sinté), il terzo Roma, l’ultimo Khorakhané – tutte le etnie sono rappresentate.

ZingarelliInfatti, benché si attribuisca agli zingari un’unica origine le loro tribù, partite dall’India per sfuggire alla miseria legata alla loro condizione di intoccabili in epoche diverse, per arrivare in Occidente hanno seguito diversi percorsi. Alcune si sono fermate per strada, mescolandosi per qualche tempo alle popolazioni indigene (soprattutto se, come loro, erano nomadi) prima di riprendere le loro peregrinazioni; altre, ancora più povere – in particolare quelle che hanno seguito  itinerari meridionali – sono sempre state tenute a distanza. Così si incontrano zingari biondi, con la pelle chiara e gli occhi azzurri, mentre altri – la maggior parte – hanno la pelle scura e gli occhi neri.  

Gran parte degli zingari giunsero in Europa nel corso del Medioevo passando dalla Turchia, interrompendo il loro viaggio nei paesi orientali dove furono tenuti  per molti secoli in stato di schiavitù ed obbligati a diventare sedentari. Quando la schiavitù fu abolita, nell’Ottocento, molti si spostarono verso Ovest tornando ad un’esistenza itinerante.  Dopo il crollo dei regimi comunisti alcuni di quelli rimasti all’Est hanno ripreso la vita nomade.

Il padre di Zlatan Ibrahimović, Khorakhané bosniaco (i khorakhané sono zingari, soprattutto kosovari, convertiti all’Islam all’epoca della dominazione ottomana, il che spiega il cognome del calciatore) fa parte di quelli che sono riusciti a fuggire prima della caduta del muro trovando asilo in Svezia.

In Scandinavia e nei paesi baltici la presenza di gruppi nomadi è rara e sporadica: le tribù zingare si sono insediate più che altro nei paesi dell’Europa continentale: Portogallo, Spagna e Sud Ovest della Francia (Kalé o Gitani), Italia, Francia, Benelux, Germania, Austria, Svizzetra (Sinti o Manouche), mentre i Roma sono rimasti essenzialmente in Europa orientale. Sono loro ad aver conservato la lingua nel modo più puro – una lingua che presenta ancora oggi grandi similitudini con il sanscrito popolare dell’India da cui provengono –  mentre soprattutto in Spagna la lingua parlata è quella del paese con qualche termine romanes*. Alcuni Roma sono però arrivati in Francia e in Inghilterra (dove vengono definiti  Romanichels o Romanichals e dove si sono affiancati ai nomadi locali – quindi non di origine indopakistana, ma che probabilmente avevano perso le loro case ed i loro beni nelle varie crociate e guerre di religione ed altro – che vengono definiti Travellers o Voyageurs, ossia viaggiatori).

Occorre ricordare che esiste un altro gruppo europeo seminomade, le cui origini sono incerte pur se rivendica un’ascendenza celtica; questo ha assimilato la struttura clanica ed anche – in piccola parte – la lingua romanes parlata dagli zingari: si tratta del popolo degli Jenisch o zingari bianchi, presente soprattutto in Svizzera (dove costituisce una minoranza protetta) e lungo il corso del Reno ed il cui rappresentante più noto è il calciatore  Rafael van der Vaart; alcune fonti ritengono che fosse Jenisch anche la famiglia paterna (di origine svizzera) dell’attore russo-americano  Yul Brynner. 

La Duchessa d’Alba, Grande di Spagna, sosteneva volentieri che in ogni famiglia, di qualunque ceto sociale, si trovano saraceni e palafrenieri. Forse avrebbe dovuto aggiungere gli zingari, considerando che si dice che scorra sangue gitano nelle vene di Pablo Picasso, Marlène Dietrich, Madre Teresa, Eric Cantona, Serge Poliakoff e tanti altri.

D’altra parte la Duchessa d’Alba eccelleva nel Flamenco, il ballo dei Gitani…

 

Flamenco

 

* Il sostantivo per indicare lingua zingara è “romani“, mentre l’aggettivo è “romanes“.

continua… forse