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Uova di Pasqua

Quando l’inverno volge al termine e le giornate si fanno più lunghe ricomincia il ciclo della vita. Dopo i bucaneve, ecco i crochi, le violette, i narcisi e tutti gli altri fiori. Gli animali si risvegliano dal letargo e si affrettano a riprodursi in modo da consentire ai piccoli di crescere e diventare abbastanza forti da poter affrontare la stagione fredda che seguirà.

AnatroccoliGli animali da cortile sono tra i più impazienti: i conigli fanno cucciolate su cucciolate, le galline e gli altri volatili riprendono a deporre le uova…

Ah, le uova, questi oggetti dalla forma perfetta capaci di nutrire gli esseri umani! Dalla più alta antichità hanno suscitato l’ammirazione (in Africa australe, dove con ogni probabilità servivano da recipienti per l’acqua dopo essere state svuotate, sono state trovate delle uova di struzzo decorate che si fanno risalire a 90 000 anni or sono). Il gallus gallus, antenato dei galli e delle galline che conosciamo, è domestico in Asia sudorientale da 8000 anni. Da lì partirà alla conquista del mondo intero, scalzando i suoi cugini indigeni, quali la faraona africana o l’urogallo europeo, meno prolifici e più difficili da allevare.

Assai sensibili all’alternanza giorno/notte le galline depongono poche uova, a volte addirittura nessuna, durante il periodo in cui le giornate sono brevi e riprendono il ritmo normale in primavera. L’abbondanza di uova permette allora di separarsi da una parte d esse, tanto più che la loro conservazione è limitata nel tempo. Le si può dunque regalare ed impreziosirle con decorazioni di vario genere.

Dalla semplice colorazione, ottenuta inizialmente con vegetali quali le bucce di cipolla, gli spinaci o le barbabietole rosse, si è passati ad ornarle in modi più sofisticati a mano a mano che l’involucro, ossia il guscio, si faceva più prezioso del contenuto: così certe uova dal guscio più resistente come quelle di struzzo possono perfino essere incise e traforate e l’uovo di uccello è stato a volte sostituito da uova artificiali realizzati in materiali diversi, semplici come il legno o preziosi come l’oro delle uova di Fabergé.

Sempre pronta a far proprie le credenze preesistenti e ad avvantaggiarsene, la chiesa cristiana vede nell’uovo – antichissimo simbolo di fertilità, di rinascita e di nuova vita – l’immagine della resurrezione del Cristo. Dopo la lunga Quaresima che le vieta, donare e consumare uova in occasione della Pasqua diventa un modo per festeggiare il cambiamento e la libertà di scegliere che cosa mangiare.

Nei giardini e nei parchi della Francia e del Belgio si organizza la caccia alle uova, mentre in altri paesi come l’Inghilterra o la Germania si preferisce una gara di corsa. Sono usanze che hanno attraversato l’Atlantico con i coloni, radicandosi nell’America settentrionale e meridionale: quest’anno, per esempio, la Casa Bianca organizzerà la 140esima edizione della caccia alle uova – tradizione iniziata da Lucy Webb Hayes nel 1878. I bambini che vi parteciperanno saranno tirati a sorte con una lotteria online. In alcuni casi le uova sono portati dalle campane, di cui si diceva che andassero a Roma la sera del Giovedì Santo (visto che non avrebbero più suonato prima della domenica di Pasqua), in altri casi dai conigli (di cui è ben nota le fertilità…).

Uova pasquali colorate di rossoNei paesi ortodossi sulla tavola di Pasqua sono sempre presenti delle uova sode tinte di rosso. In Russia c’è l’usanza di portarne anche sulle tombe dei famigliari deceduti per farli partecipare alla festa. A volte, come in Romania, il pranzo si apre con una «battaglia»: ciascuno prende un uovo e lo usa per colpire quello del vicino, affermando «Cristo è resuscitato» mentre l’altro risponde «E’ veramente resuscitato». Tradizionalmente incomincia l’uomo più anziano, poi le coppie sposate, genitori e figli ed infine tutti gli altri. Rompere il digiuno con un uovo è considerato di buon augurio.

Uova decorate della Bucovina pisankiIn Ucraina e nella regione della Bucovina rumena ci si scambia uova dipinte con motivi simbolici in cui alcuni identificano immagini cristiane, mentre altri ritengono che risalgano a ben prima del cristianesimo: spighe, stelle, luna, sole, ma anche fiori, punti ed altri disegni – sono i pisanki. La tecnica utilizzata è simile a quella del batik: dopo essere stato svuotato con una siringa attraverso un foro praticato a un’estremità (o soffiandovi attraverso dopo aver praticato un foro anche sull’estremità opposta) l’uovo viene immerso in un bagno di colore – dal più chiaro al più scuro – che tinge la totalità della superficie che non è stata coperta di cera con la kistka, un bastoncino di legno a cui si fissa un sottile cilindro tagliato nell’asta di una penna di volatile da cui cola la cera. Le suore ucraine fuggite dal regime comunista e coloro che hanno lasciato il paese dopo la sua caduta le hanno fatte conoscere in Occidente.

Oltre alle uova di uccelli dipinte o decorate, in Russia l’alta borghesia e l’aristocrazia prerivoluzionarie regalavano uova in metalli preziosi, incisi e niellati o smaltati, o in pietre semipreziose o preziose. Nel 1885 lo zar Alessandro ordina a Pierre-Carl Fabergé un uovo per la moglie Maria Feodorovna (Dagmar di Danimarca): sarà l’uovo con gallina, il primo dei dieci che il geniale gioielliere di San Pietroburgo realizzerà per lui. Suo figlio Nicola II ne acquisterà 44 tra il 1895 ed il 1916: 22 per la moglie Aleksandra Feodorovna (Alix d’Assia-Darmstadt) e 22 per l’imperatrice madre.

 

Uovo pasquale di Fabergé

 

Fabergé ha inoltre realizzato delle uova per l’industriale moscovita Aleksandr Kelch, per il principe Jusupov e per altri aristocratici russi, ma anche per Consuelo Vanderbilt, duchessa di Marlborough e per i Rothschild.

Oggi alcune di queste preziose uova mondialmente conosciute fanno parte delle collezioni del Cremlino; altre, raccolte negli anni dal miliardario americano Malcom Forbes sono state acquistate dal magnate russo Viktor Vekselberg che le ha affidate al museo Fabergé di San Pietroburgo; le restanti sono disperse in vari musei e collezioni private (tra cui quella della regina Elisabetta II del Regno Unito). A volte queste meraviglie sono prestate per delle mostre che consentono a chiunque di ammirarle.

 

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