Categorie
Gente, paesi, culture

Perché mai le Chiese occidentali ed orientali celebrano la Pasqua in date diverse?

 

Quest’anno la Pasqua ortodossa cade l’8 aprile, una settimana dopo quella cattolica e protestante. Perché?

E’ una storia complessa.

Innanzi tutti bisogna comprendere che cos’è la Pasqua.

Prima di essere un pretesto per mangiare cioccolato Pasqua è una festa religiosa.

 

La Pasqua ebraica

 

Si incomincia con la Pesah, festa di primavera in cui gli ebrei ricordano la fine della schiavitù del loro popolo e l’esodo dall’Egitto verso la Terra Promessa.

Da molto tempo erano in esilio nel paese dei faraoni: dopo 400 anni e più avevano davvero voglia di tornare a casa loro. I faraoni, però, non erano affatto d’accordo: gli ebrei erano intelligenti e grandi lavoratori e la loro presenza spronava l’economia. Di conseguenza rifiutarono sempre di lasciarli andare finché Mosé non ottenne l’aiuto di  Yahweh, che mandò le dieci piaghe d’Egitto, l’ultima delle quali – la morte di tutti i primogeniti maschi – ebbe ragione della loro resistenza.

 

L’agnello

 

Qui entra in gioco uno dei simboli della Pasqua: l’agnello. Bisognava infatti proteggere i bambini ebrei dagli angeli della morte: per questo le famiglie dovevano fare un segno sulla porta di casa con il sangue di un agnello senza macchia, simbolo d’innocenza, da sacrificare allo scopo.

In realtà la consuetudine disacrificare gli agnelli probabilmente esisteva da quando gli uomini avevano inventato l’allevamento: per avere il latte bisogna che la femmina dei mammiferi partorisca e se i piccoli possono poppare quanto vogliono non ne resterà molto. Inoltre i maschi cresciuti non hanno alcuna utilità e creano non pochi problemi. L’agnello pasquale è quindi una necessità per noi onnivori prima di essere una tradizione.

 

Pastore rumeno con il suo gregge

 

Lo stesso faraone regnante fu vittima della piaga (la decima – si incominciava ad averne abbastanza…) e consentì agli ebrei di partire. Non appena ne furono informati si precipitarono a raccogliere le loro cose senza neppure aspettare che il pane lievitasse per paura che il faraone cambiasse idea (cosa che in effetti avvenne, ma questà è un’altra storia). Era il quattordicesimo giorno del mese di Nissan, cioè all’inizio della primavera.

 

Pasqua

 

Avanzamento veloce di alcuni secoli ed eccoci a Gerusalemme, dove ci si prepara a ricordare l’esodo dall’Egitto nel corso di una festa che è stata chiamata Pesah. E’ giovedì sera. Gesù è seduto a tavola insieme a dodici compagni, a sua madre e ad altre persone. Traditoda uno dei commensali viene messo a morte l’indomani, e sepolto in una tomba. La domenica all’alba Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo ed altre donne si recano sul posto per completare l’imbalsamazione del corpo che non avevano potuto terminare a causa dello Shabbat, ma trovano la tomba vuota ed un angelo che annuncia loro che Gesù è risorto.

 

La data della festa

 

La commemorazione di questa Resurrezione avvenuta in concomitanza con la Pasqua ebraica diventa la festa più importante del cristianesimo. Inizialmente celebrata in modo autonomo dalle diverse Chiese, il Concilio di Nicea ne fissa la data alla domenica che segue la luna piena (ossia al quattordicesimo giorno del mese lunare) del primo mese che segue l’equinozio di primavera.

 

I calendari

 

Il principio è stabilito ma l’applicazione non è semplice perché i calendari usati sono lungi dall’essere omogenei. Mentre alcuni paesi si basano ancora sul calendario lunare, che comprende dodici o tredici mesi, altri seguono il calendario giuliano che prevede dodici mesi di trenta o trentun giorni con l’aggiunta di un giorno ogni quattro anni, introdotto da Giulio Cesare nel 46 AC. Vengono interpellati astronomi, matematici e teologi e quando infine si giunge ad un accordo ci si rende conto che occorre ricominciare da capo poiché il giorno corrente non corrisponde alla data giusta, dato che l’aggiunta di un giorno ogni quattro anni in realtà ne fa perdere tre ogni 400 anni.   

La soluzione? Al concilio di Trento, nel 1542, si decide che i secoli non saranno più bisestili, a meno che non possano essere divisi per 400. Per recuperare la differenza che si è accumulata dall’introduzione del calendario giuliano il papa Gregorio  XIII decide di saltare a pié pari dieci giorni: nel 1582 si passa quindi direttamente dalla sera del 4 al mattino del 15 ottobre.

 

Oriente e Occidente

 

Nel frattempo le Chiese si sono separate in orientali (ortodosse) ed occidentali (cattoliche e protestanti) e la riforma del calendario si applica immediatamente soltanto nel paesi cattolici  (Italia, Spagna, Polonia, Portogallo);  bisognerà aspettare il Settecento perché sia adottata dai paesi protestanti («Meglio in disaccordo con Dio che d’accordo con il Papa») ed il Novecento dai paesi ortodossi. Le Chiese di questi ultimi paesi, tra l’altro, non l’applicano ancora a tutte le feste ed in particolare alla Pasqua.

 

E oggi?

 

Tra il calendario giuliano ed il calendario gregoriano ci sono quindi diecigiorni di  differenza, giusto? Ma allora perché non ci sono dieci giorni tra la Pasqua cattolica e protestante e quella ortodossa? A volte si celebranolo steso giorno, come nel 2017, altre volte fino a cinque settimane dopo  come nel 2024 (31 marzo per i cristiani d’occidente e 5 maggio per gli ortodossi).

Ebbene, ancora una volta si applica quanto stabilito dal  di Nicea, ma sulla base del calendario giuliano, cosicché non è detto che la luna in base alla quale viene calcolata la data di Pasqua sia la stessa.

Per concludere: sono calcoli tutt’altro che semplici. Limitiamoci quindi ad augurare una buona Pasqua ai nostri amici dell’est con l’espressione che usano loro:

Cristo è risorto!

alla quale rispondono:

E’ davvero risorto!

 

 

Uova di Pasqua rosse

Una risposta su “Perché mai le Chiese occidentali ed orientali celebrano la Pasqua in date diverse?”

Hristos a înviat. Este adevărat că a înviat. Quando ero bambina era la formula che accompagnava il gioco del giorno di Pasqua: fare cin cin con le uova sode, e chi rompeva il guscio dell’avversario aveva diritto di tenersele tutte e due.

I commenti sono chiusi.