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Davanti al caminetto

Nell’ala nord del castello è ora di rimettersi al lavoro: dopo il forte rallentamento dovuto all’arrivo del Piccolo Principe nella famiglia dell’Erede, ora è il momento di prepararsi all’arrivo dei primi freddi.

Che cosa riscalda meglio il corpo e l’anima di un fuoco acceso nel camino, quando il sole tramonta dissipandosi nelle brume della sera, quando soffia il vento e riunisce le nuvole basse, infiltrandosi dagli interstizi delle finestre che si sarebbero dovute cambiare da tempo, ma che ci si limita a sigillare come si può per mancanza di mezzi, di artigiani disponibili o di tempo?

Brume

 

Per accendere il riscaldamento è ancora presto. Inoltre il tecnico del servizio incaricato della manutenzione della caldaia non si è ancora fatto vedere, né è ancora passato l’idraulico a sostituire la valvola che perde. Meglio sollecitare, questo clima estivo finirà per scivolare nell’autunno anche quest’anno.

L’umidità della sera, invece, incomincia a sentirsi, soprattutto al pianterreno, soprattutto quando le ossa ci ricordano che non si è più giovanissimi.

Per fortuna c’è il camino.

Mica un camino qualunque, eh! Al castello ci piace essere moderni ed efficienti. Ragione per cui i focolari aperti sono stati sostituiti da altri chiusi e sono cosi diventati veri e propri elementi riscaldanti. Finito il grembiule bruciato e il posteriore gelato: le bocchette d’aerazione emettono l’aria che si è riscaldata lambendo le pareti ardenti eliminando la sensazione di freddo umido.

Il primo fuoco della stagione è sempre una festa. Lo si prepara con cura, partendo da tre fogli di giornale appallottolati che vengono coperti da rametti, poi si sistemano due o tre ciocchi di legno vecchio e bene asciutto. Un bicchiere di vino tra le dita (be’, diciamo poggiato accanto al camino – meglio avere a disposizione entrambe le mani), la poltrona orientata nel modo giusto, si prende un foglio di giornale e lo si attorciglia in modo da dargli la forma di una torcia.

Ecco che s’infiamma: è il momento di avvicinarlo all’ingresso dello sfiato per accertarsi che il tiraggio funzioni e riscaldarlo.

Si dà allora fuoco alle palle di giornale, che a loro volta incendiano i legnetti.

Il fuoco è ben avviato, i ciocchi già fumano, segno che tra poco saranno avvolti dal fuoco. Possiamo abbassare lo schermo di vetro e sistemarci comodamente per veder danzare le fiamme e innalzarsi le monachelle che vanno a perdersi nel condotto.

E invece – disastro!

Non si vede nulla.

L’aria si è si fatta tiepida ma l’interno del camino resta invisibile, spettacolo celato da uno spesso strato di fuliggine depositato sullo sportello che abbiamo dimenticato di pulire.

Non è il caso di farsi prendere dal panico, però isognerà aspettare che i ciocchi si consumino e che il focolare si raffreddi prima di poter avviare

l’operazione di pulizia

che, fortunatamente, è semplice e richiede pochissimi ingredienti: basteranno un vecchio straccio che poi finirà nella pattumiera, un paio di guanti di gomma, una ciotola d’acqua, poco olio di gomito e un po’ di cenere recuperata nel camino.

Dopo aver aperto lo sportello e infilato i guanti, il passo successivo consiste nell’inumidire lo straccio per poi tamponare la cenere e sfregare il vetro. L’effetto leggermente abrasivo della cenere permetterà di scollare la fuliggine senza troppo sforzo.

Quando un lembo dello straccio è diventato troppo sporco e unto per pulire ancora si ricomincia con un altro lembo: inumidire, raccogliere un po’ di cenere, strofinare, e avanti così finché il vetro non è perfettamente pulito.

Non è vietato usare un secondo straccio, soprattutto per asportare gli ultimi resti di fuliggine e far brillare il vetro, ma è bene non dimenticare che i panni usati difficilmente potranno essere recuperati e finiranno in pattumiera non appena conclusa l’operazione (quindi è meglio evitare di usare la propria maglia preferita).

Rimane soltanto da pulire il focolare, raccogliendo la cenere (che servirà in giardino), poi sarà ora di preparare nuovamennte il fuoco e di sistemarsi comodamente in poltrona con un bicchiere di buon vino.

Il metodo funziona anche per la porta del forno (senza la poltrona).

In primavera e in autunno non si pensa facilmente al fuoco del camino, e tuttavia accade che, se per caso passiamo davanti al fuoco di un camino, troviamo così piacevole la sensazione che esso comunica, che volentieri vi ci metteremmo accanto. (Johann Wolfgang von Goethe)

 

Fiamme vino

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