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I sassoni della Romania e le loro chiese fortificate

Siamo nel XII secolo. Dopo secoli di invasioni barbariche l’Europa cerca di darsi un assetto definitivo e di raggiungere una certa stabilità politica ed economica. Per difendere le sue frontiere dalle ultime frange di assalitori mongoli e tartari il giovane re d’Ungheria Géza II offre, nella Transilvania meridionale, terre e privilegi a quelli che l’amministrazione ungherese registrerà successivamente come “sassoni”.

Questi sassoni della Transilvania non sono originari della Sassonia – così come gli “Svevi” del Banato non provengono dalla Svevia. Da dove siano partiti di preciso non si sa, ma si tratta probabilmente di aree comprese tra il Reno e la Franconia, dalla regione della Mosella, dalla Vallonia e dalle Fiandre. Attratti dai vantaggi offerti dalla colonizzazione i primi sassoni – che seguono a ruota i siculi di lingua ungherese – s’insediano nelle profondità carpatiche, nella pianura del Cibin, sulle cui rive costruiscono la città di Hermannstadt (Sibiu), destinata a rimanere esclusivamente tedesca fino alla metà dell’Ottocento. Ai primi coloni seguirono altre ondate nei secoli successivi, fino ad occupare gran parte della Transilvania.

Sibiu Herrmanstadt
Sibiu/Hermannstadt

“I nostri fedeli coloni tedeschi”, come li definisce nel 1224 l’Andreanum (“litterae libertatis aureae”) del re Andrea II d’Ungheria il Gerosolimitano, godono tra le altre cose della libertà di nominare i loro giudici ed i loro preti, di seguire i loro usi e costumi, applicano una franchigia doganale ed organizzano liberamente i loro mercati e le loro fiere. In cambio si impegnano a pagare un tributo annuale al re ed a fornirgli un certo numero di soldati.

Per difendersi dagli attacchi del nemico incominciano a fortificare le loro chiese. Queste cittadelle sono oggi recensite nel patrimonio mondiale dell’UNESCO ed attraggono ogni anno un gran numero di visitatori.

Biertan Birthälm
Biertan/Birthälm

A partire dal 1486 l’amministrazione e la Giustizia sono in mano a un organismo centrale: la “Nationsuniversität o Università Sassone, di cui fanno parte le sette “Sedi” tradizionali della nazione: Broos (Orastie), Mühlbach (Sebes), Reussmarkt (Miercurea Sibiului), Leschkirch (Nocrich), Hermannstadt (Sibiu), Schenk (Cincu), Schässburg (Sighisoara) e Reps (Rupea), cui si aggiungono più tardi Mediasch (Medias) e Schelk (Seica Mare) oltre ai distretti Nösnerland (Nasaud) e Burzenland (Barsa). Une grande attention est donnée à l’instruction: les premières écoles naissent au XVe Siècle et en une centaine d’années pratiquement toutes les villes et villages en ont une. Le premier lycée voit le jour en 1541 et deux siècles plus tard l’école devient obligatoire.

Nonostante le guerre e gli eventi politici i sassoni della Transilvania riescono a mantenere la loro indipendenza fino alla nascita dell’impero austroungarico, nel  1867. A partire da quel momento l’Università Sassone viene progressivamente svuotata della sua importanza fino alla sua definitiva abolizione, negli anni Trenta del Novecento, ossia pochi anni dopo l’adesione della Transilvania alla Romania come conseguenza dello smantellamento dell’impero alla fine della prima Guerra Mondiale.

Klaus Iohannis

Nella nuova patria rumena i sassoni della Transilvania devono ormai negoziare con uno Stato centrale in cui sono fortemente minoritari, che pretende che imparino la lingua parlata dalla maggioranza ed applica un numero chiuso che limita l’accesso agli studi superiori. La storia d’amore con la terra che li ha accolti otto secoli prima si avvia alla conclusione, il regime comunista le darà il colpo di grazia: degli oltre 750.000 tedeschi della Romania prima del 1939 ne sussistono a malapena 80-90.000, equamente suddivisi tra sassoni della Transilvania e svevi del Banato. Gli altri sono “ritornati” in Germania, fatto che fa dire agli storici che la civiltà tedesca della Romania è l’unica nella Storia che sia riuscita ad autodistruggersi volontariamente.

Nel paese rimangono le vestigia del loro passato successo. Le scuole tedesche che avevano fondato continuano ad esistere e sono considerate tra le migliori, sebbene ormai gli allievi siano quasi tutti rumeni, così come gli insegnanti. Klaus Iohannis, recentemente investito del suo secondo mandato alla presidenza del paese dopo essere stato sindaco di Sibiu – tre volte rieletto con preferenze davvero plebiscitarie – è sassone e la sua città, in cui i sassoni sono ormai soltanto più l’1%, è oggi guidata dalla sua vicesindaca, parimenti sassone.

Attraversando le città della Transilvania si possono osservare molte belle case che raccontano dei sassoni che hanno fatto fortuna nel corso dei secoli. Più ancora si notano le chiese fortificate, edificate nelle città ed in molti villaggi per proteggere la popolazione dagli invasori. Circondate da una cinta muraria semplice, doppia o tripla, servivano da rifugio per gli uomini, gli animali ed i loro beni.

Cisnadie Heltau
Cisnadie/Heltau

Alcune, come quella di Stolzenburg/Slimnic, erette nell’imminenza di un pericolo, sono rimaste allo stato di semplice cittadella poiché la chiesa, che non era urgente, non è mai stata costruita.

Fino al 1867 una delle sue torri ospitava la “stanza dei divorzi”. Come funzionava? Ebbene, la coppia che intendeva separarsi si recava insieme dal pastore, che accondiscendeva a condizione che i coniugi si facessero rinchiudere per tre giorni e tre notti nell’apposita stanza. Essi vi trovavano un letto, una sedia, un piatto e una posata. C’è da ritenere che la tattica fosse vincente visto che, obbligata a trovare un’intesa, in 200 anni la maggior parte delle coppie ha finito col rinunciare all’idea ed i divorzi registrati sono stati solo tre.