Benvenuti nel mio castello dei Carpazi, che si trova da qualche parte tra il castello di mia madre (quello di Marcel Pagnol!) e un castello in aria A parte una vaga prossimità geografica, invece, non ha nulla che lo accomuni all’inquietante castello dei Carpazi descritto da Jules Verne.
Ma che senso ha un castello, ai giorni nostri?
Ebbene, un sito castrale, ossia il castello, con le sue terre e la sua gente, è un mondo autonomo che comprende tutto quello che serve per mangiare, vestirsi e festeggiare. Vi passano ospiti illustri e viaggiatori di passaggio, siano essi artisti, principi o pellegrini – che parlano dei loro viaggi, fanno conoscere sapori nuovi o piante esotiche e raccontano di avvenimenti e luoghi lontani.
E perché i Carpazi?
Questi monti superbi e sconosciuti che racchiudono la Transilvania sono da sempre la frontiera tra l’Europa dell’Est e l’Impero Russo, o il Sud-Est europeo che guarda all’Asia. Le baklava coabitano con i pretzel, le chiese dall’architettura bizantina con palazzi barocchi che non sfigurerebbero a Vienna o a Berlino, la foresta vergine (una delle pochissime rimaste in Europa) con città cosmopolite.
Il mio castello dei Carpazi intende condividere esperienze di ogni tipo – dai consigli della nonna al giardinaggio passando per le ricette di cucina (e non solo) ed altri aspetti della vita quotidiana, senza dimenticare i viaggi, le arti e tutto ciò che rende piacevole la vita. E’ un luogo di tradizione ed insieme ben inserito nel mondo attuale, senza concessioni a quello che ha un’utilità tutta da dimostrare (un apriscatole elettrico? è davvero indispensabile?) e, quando c’è una scelta da fare, sempre in favore di quella che rispetta meglio le persone, gli animali e l’ambiente.