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Cani dei Carpazi

Siamo appena scesi dalla macchina. Attorno a noi diversi cani pastori dei Carpazi ci osservano, tranquilli ma attenti, rassicurati dall’atteggiamento amichevole del loro padrone. Improvvisamente due palle di pelo grigio schizzano fuori dal bosco e sfrecciano giù per la collina, seguite dagli sguardi degli adulti che si riposano al sole. Ci passano davanti a tutta velocità per poi frenare di botto fermandosi davanti a Maya

“Ecco Fraga e questa è sua sorella, Furba. Le avevo tenute per me ma, viste le circostanze vi possiamo dare Fraga, se volete.” 

Eccome se vogliamo.

Le circostanze a cui si riferisce sono la perdita della loro cugina Craita, avvelenata durante un tentativo di furto: aveva solo 18 mesi, ed era la prima di una serie di questi pastori affettuosi, intelligenti e affidabili.

Le sorelline hanno tre mesi e mezzo – l’età perfetta per un cucciolo al quale la madre ha potuto insegnare le basi della vita canina e che incomincia ad allontanare per renderlo autonomo.

Così Fraga torna a casa con noi, ed immediatamente s’innamora del suo padrone. La sua scomparsa, pochi anni più tardi, segnerà per lei l’inizio di una lunga traversata del deserto. In poco tempo diventa la regina della casa e ben presto arriverà un compagno, Helios  (più che re, principe consorte…). Insieme avranno Argo, Athéna e Amon-Râ.

Sono loro i guardiani del castello. Cani da divano se appena si distoglie lo sguardo, non consiglio a nessuno di provare ad entrare senza permesso… Come i cani primitivi, valutano la situazione e non tollerano nulla che possano ritenere una mancanza di rispetto nei confronti del padrone, del loro territorio o di loro stessi.

Molti loro compagni continuano a svolgere l’attività per cui sono stati selezionati:

Dei loro antenati che probabilmente accompagnavano le prime greggi di ovini addomesticati in Mesopotamia, 9000 anni fa, i cani pastori dei Carpazi hanno il coraggio e la forza. Con l’andare del tempo, di transumanza in transumanza la razza si è radicata in Transilvania, laddove orsi e lupi minacciavano uomini ed animali.

Il pastore dei Carpazi assomiglia al pastore del Caucaso, della Ciarplanina o del Carso, cugini lontani di cui condivide l’aspetto possente ma non massiccio, la taglia grande, il pelo spesso e piuttosto lungo  (che nel carpatino varia esclusivamente nei toni del grigio, dall’antracite al grigio chiaro, con poco bianco). E’ un cane che non esito a definire “a risparmio energetico”, perché riposa nell’ombra, risparmiando le forze fino al momento di entrare in azione – ma sempre vigile, sempre pronto a scattare.

E’ un cane da branco, ed è in branco che difende il suo gregge ed il suo padrone, continuando a battersi a fianco dei compagni anche quando è ferito gravemente.  Calmo ed equilibrato, generalmente buono con i bambini, deve tuttavia essere gestito da chi ha una certa esperienza, come tutte le razze di grandi cani da montagna e da lavoro.

Ricreare la razza, dopo la rivoluzione del 1989, non è stata un’impresa di poco conto: ci è riuscito un pugno di appassionati, percorrendo senza posa colline e montagne della Transilvania settentrionale per trovare dei riproduttori conformi allo standard del  1934, coinvolgendo i pastori che, ancora oggi, formano lo zoccolo duro degli allevatori, con un lavoro di selezione intelligente e riuscendo infine ad ottenere il riconoscimento della razza da parte della Fédération Cynologique Internationale, la federazione che raggruppa le associazioni di allevatori canini.

Oggi il pastore dei Carpazi ha un ruolo importante nella conservazione dell’ambiente e nella protezione dei grandi predatori, grazie anche alle iniziative di una piccola, ma efficace organizzazione creata da un giovane olandese: la  Canine Efficiency, che è riuscita ad ottenere la collaborazione di molti pastori rumeni. I cani pastori dei Carpazi che procura loro hanno permesso di ridurre praticamente a zero gli attacchi da parte di orsi e lupi. La migliorata convivenza ha recentemente portato al divieto di caccia “sportiva”, con grande vantaggio per l’ecosistema.